domenica 5 gennaio 2014

Giovani giapponesi









Hikikomori e il mondo nascosto
Una generazione che rifiuta la luce del sole: vivono la notte, chiusi dentro casa, senza alcuna relazione sociale
di Massimo Ammaniti su http://www.animeclick.it/news/21564-hikikomori-il-mondo-nascosto-degli-adolescenti-giapponesi

«Il giovane Jun a 18 anni fa il test di ammissione in una università ma non lo supera. Cerca di non scoraggiarsi, continua a studiare da solo, ma lentamente va alla deriva, fin quando si chiude nella sua stanza, dorme durante il giorno, di notte legge i testi di filosofia e guarda la televisione. Occasionalmente prende la sua mountain-bike e di notte scorrazza per le strade solitarie della città che dorme. E quando incontra qualcuno dei suoi vicini - racconta ancora Jun - si sente guardato con diffidenza e a volte con ostilità: è troppo diverso dagli altri ragazzi.

In un recente congresso sulla salute mentale in Giappone gli psichiatri hanno discusso la condizione degli hikikomori, i giovani giapponesi, come il giovane Jun, che rifiutano in modo drastico il mondo della scuola e le prospettive offerte dalla società degli adulti, rinchiudendosi nella loro stanza dove si costruiscono un mondo alternativo abitato esclusivamente da loro. La condizione sociale degli hikikomori è molto diversa da quella dei ragazzi e delle ragazze che vivono in occidente, ed è difficilmente riconducibile a una diagnosi psichiatrica nonostante ne parlino soprattutto gli psichiatri, forse perché più attenti a queste forme di disagio sociale. Ancora una volta, come occidentali, ci troviamo disorientati nei confronti di questo fenomeno giapponese, anche perché le categorie psichiatriche di più frequente uso circoscrivono il malessere individuale, ma non possono trasferirsi ai comportamenti collettivi.

La storia emblematica dell´hikikomori Jun è raccontata dal giornalista americano Michael Zielenziger in un importante testo, Non voglio più vivere alla luce del sole (Elliot, pagg. 408, euro 22; sottotitolo, nell´originale "How Japan Created its own Lost Generation") che esplora il mondo nascosto degli hikikomori. Probabilmente l'occhio del ricercatore Zieleziger, che si occupa dei rapporti socio-economici fra occidente e oriente, può farci entrare in questo mondo senza tradurlo nella terminologia psichiatrica. Che sia una sindrome sociale è confermato dal numero di hikikomori: circa 850 mila giovani fra i 14 e i 30 anni che vivono praticamente rinchiusi in casa, a carico della famiglia, incapaci o determinati a non rientrare nel grande flusso sociale. Quando le pressioni della famiglia, della scuola o del mondo della produzione diventano troppo opprimenti e allo stesso tempo ci si sente vittime del conformismo e del rifiuto da parte degli altri, inizia il progressivo distacco dei giovani dal mondo. E infatti nelle storie di molti hikikomori ritorna frequentemente il senso di essere stati rifiutati dal gruppo e di non aver mai trovato nessuna comprensione da parte degli altri nei momenti di difficoltà.

È solo da poco che la società giapponese ha riconosciuto la difficile condizione dei giovani che rimangono ai margini della vita sociale. E anche nella letteratura si riflette il mondo degli hikikomori. Ad esempio nel romanzo La fine del mondo e il paese delle meraviglie (Einaudi), Murakami Haruki crea uno scenario che ricorda le stanze in cui si rinchiudono i giovani hikikomori, una piccola città spettrale, chiusa dentro le sue mura che la separano dal resto del paese, il mondo di qua e il mondo di là, due realtà parallele e distanti. E in questa città gli abitanti si aggirano senza la propria ombra, privi di ogni sentimento in una sorta di distacco che li mette al riparo dai sentimenti. Anche in un altro libro di Murakami, Norwegian Wood (Einaudi), viene esplorato il mondo segreto dei sentimenti e della solitudine degli adolescenti giapponesi. Il protagonista Toru si sente diverso rispetto al mondo intorno a lui, continuamente tormentato dal dubbio di aver sbagliato o di poter sbagliare vincolato a un alto senso di giustizia personale. Toru, come era successo più di cinquanta anni prima al giovane Holden, va all´università di Tokyo per studiare, ma si sente estraneo ai compagni e all´ambiente del suo dormitorio.
Affetti da un´anoressia sociale gli hikikomori rifiutano le suggestioni e le promesse del mondo degli adulti e si costringono a vivere in modo monastico circondandoti dai gadget elettronici, con i quali continuano a comunicare col mondo esterno. In questo modo sfuggono alle pressioni della scuola e dell´università prima e del mondo del lavoro dopo, rimanendo fedeli a se stessi e alle proprie aspirazioni interiori.».

venerdì 3 gennaio 2014

Albania: rifugi per bambini sfruttati

da nuoveschiavitu.it del 14/07/2006
Originale su http://www.nuoveschiavitu.it/archivio/notizie/2006/07/13-20_02.shtml

Un gruppo di agenzie internazionali, tra le quali l'Unicef e l'Oak Foundation, hanno donato all'Albania tre milioni di dollari per un programma contro lo sfruttamento dei minori. La maggior parte della somma sarà destinata alla costruzione di cinque rifugi, che vedranno la luce entro il 2009, per i ragazzi strappati dalle mani dei criminali.
Particolare attenzione sarà rivolta ai piccoli rom, ritenuti i soggetti più a rischio.
È prevista una campagna informativa che vuole raggiungere soprattutto le famiglie che, spinte dalla povertà, si rendono complici dei trafficanti.
Sarebbero circa 500000 i bambini tra i sei e i quattordici anni che, tra il 1998 e il 2004, sono finiti nella rete della prostituzione o del lavoro forzato. Spesso sono stati portati all'estero, soprattutto in Grecia. Lo scorso febbraio i due Paesi hanno firmato un accordo per rimpatriare e fornire le cure adeguate alle piccole vittime.

Malawi: sfruttamento minori, salvati 8650

Fonte nuoveschiavitu.it del 24/03/2006
Originale su http://www.nuoveschiavitu.it/archivio/notizie/2006/03/24-31_02.shtml

Tra maggio 2004 e dicembre 2005 sono stati salvati 8650 bambini dallo sfruttamento sul lavoro. Lo afferma in un rapporto il Ministro del Lavoro: una parte di questi lavoravano nelle piantagioni di te, altri erano impegnati nella produzione del tabacco.

In Malawi, più di un quarto dei bambini tra i 5 e i 14 anni o lavora lontano dalla famiglia o trascorre più di 4 ore al giorno lavorando. La maggior parte viene sfruttato nella raccolta e nell'essiccazione delle foglie di tabacco: il 78% dei bambini tra i 10 ai 14 anni e il 55% di quelli tra i 7 e i 9.

Rapporto Unicef: 'Milioni di bambini invisibili'


Da Quotidiano Nazionale del 14/12/2005

Roma - Milioni di bambini attraversano la vita senza alcuna protezione da abusi e violenze intenzionali, vivendo in una condizione di esclusione e invisibilità sotto gli occhi del mondo. Nel rapporto presentato oggi a Roma e in altre capitali del mondo, "La condizione dell'infanzia nel mondo 2006: esclusi e invisibili", l'Unicef indica quali sono i bambini più a rischio di diventare invisibili ed essere dimenticati, e invita il mondo ad andare ben oltre gli attuali programmi e metodi di aiuto allo sviluppo, per garantire un "ambiente protetto" a tutti i bambini.

I bambini sono più a rischio di esclusione e invisibilità in quattro casi: bambini privi di un'identità ufficiale; bambini privi delle attenzioni dei genitori; bambini che assumono prematuramente il ruolo di adulti; e bambini sfruttati e abusati.

Ogni anno non viene registrato il 55% di tutte le nascite del mondo in via di sviluppo: oltre 50 milioni di bambini iniziano così la vità senza un'identità. Nella sola Asia meridionale, sono 24 milioni i bambini non registrati; nell'Africa sub-sahariana sono 28 milioni. Ai bambini non registrati non è garantità l'istruzione, l'assistenza sanitaria e altri servizi di base che influiscono sulla loro infanzia e il loro futuro.

I bambini che perdono i genitori sono privati della prima linea di protezione, trovandosi così improvvisamente gravati di enormi responsabilità che li portano spesso ad abbandonare la scuola o a cadere vittime di sfruttamento. Si stima che siano 143 milioni i bambini nel mondo in via di sviluppo, 1 bambino su 13, ad avere perso almeno un genitore. Oltre 16 milioni di bambini sono diventati orfani nel solo 2003; 15 milioni di bambini sono stati resi orfani dall'Aids.

Decine di milioni di bambini vivono per strada, esposti a tutte le forme di abuso e sfruttamento. Mentre, oltre un milione di bambini vivono in stato di detenzione.

Tra i bambini che assumono il ruolo di adulti, se ne registrano centinaia di migliaia coinvolti nei conflitti armati e si stima che attualmente siano oltre 250.000 quelli arruolati come soldati nelle guerre in corso nel mondo.

Malgrado le leggi contro i matrimoni precoci, oltre 80 milioni di bambine del mondo in via di sviluppo si sposano prima dei 18 anni. Mentre sono 171 milioni, di cui 73 milioni con meno di 10 anni, i bambini che lavorano in condizioni o situazioni rischiose: a contatto con sostanze chimiche e pesticidi nel settore agricolo, con macchinari pericolosi e nelle miniere.

Probabilmente i bambini più invisibili sono quelli vittime di sfruttamento e abusi - denuncia l'Unicef - che scompaiono in mondi clandestini e illegali. E' quindi quasi impossibile conoscere le loro vite e il loro numero. Secondo le stime più attendibili, sarebbero 8,4 milioni i bambini sfruttati nelle peggiori forme di lavoro minorile, comprese la prostituzione e la schiavitù per debiti; sarebbero quasi due milioni quelli sfruttati dall'industria del sesso e sottoposti a continue violenze fisiche e sessuali; milioni sarebbero i bambini che prestano servizio come domestici presso privati.